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Piva, gaita, bag e uilleann pipe. A Scapoli per sentirle suonare

creato da Fabio Bonvicini ultima modifica 20/06/2008 15:12

In Molise non ci si divide tra Milan e Inter, ma tra ance di canna o ance di plastica; Zampogne autentiche o 'geneticamente modificate'. Ma l'importante e' suonarle tutte bene

Piva, gaita, bag e uilleann pipe. A Scapoli per sentirle suonarePer arrivare a Scapoli da Modena la via è lunga e alla fine tortuosa, piena di curve e tornanti dopo i cento e cento chilometri sull’autostrada: si risale la statale che costeggia il fiume Trigno attraversando il Molise e, dopo Isernia, si svolta verso Venafro, poi su a Scapoli. Il pomeriggio è nuvolo, piove. Chi c’era da prima parla di una piccola tromba d’aria. Pare che le tende, giù al campo sportivo, siano volate via in mezzo all’acqua, coi cani che le rincorrevano pensando fossero dei palloni .
Si sa che le stagioni non sono più quelle di una volta, ma alla fine di luglio, per noi del nord almeno, andare al sud significa sempre andare al caldo, al sole del mezzogiorno. Comunque, piano piano, il sole torna fuori e presto si sentono i primi suoni sparsi per tutto il paese. In breve ad ogni angolo, ad ogni androne, in ogni via trovi qualcuno che suona: zampogne, organetti, tamburelli, ciaramelle. Poi, dentro a dei vecchi negozi non più usati o a dei garage, ci sono appese le zampogne dei costruttori coi loro depliant, i souvenir e gli strumenti buoni. Intorno musici occasionali, aspiranti suonatori, curiosi, tutti lì a provare una zampogna o una ciaramella, a soffiare dentro a un tubo. I visi sono spesso imporporati dallo sforzo, i suoni stonati e faticosi, ma basta allontanarsi e trovare qualche buon suonatore e subito ritorna l’armonia davvero speciale del timbro ricco e melodioso delle zampogne.
Col sole riprendono i lavori del montaggio del palco nella piazza centrale del paese. È l’appuntamento principale del Festival della zampogna edizione 2001: i concerti serali presentano un programma tutto da godersi. I musicisti provengono da tutta Europa, in comune la passione e l’abilità nel suonare gli aerofoni a sacco: Zampogna a paro, Surdulina, Bagpipe, Uilleann pipe, Piva, Baghèt, Gaita e altre ancora. Ma la cosa che più colpisce è vedere che tutti quelli che sono alla festa partecipano oltre il guardare, non ci sono spettatori: chi suona, chi balla, chi discute sui problemi delle zampogne, su nuove tecniche di costruzione. Al bar non ci si divide fra destra e sinistra, fra Milan o Inter, ma fra ance di canna (tradizionali) e ance di plastica (evoluzione tecnologica): zampogna autentica o geneticamente modificata?
Arriva la sera, dopo breve indagine decido per lo stand coi cibi molisani. Con 10.000 mi danno tanta di quella roba che non ce la faccio a finirla; avanza anche la colazione. Una bottiglia di vino rosso £3.000, pane cotto nel forno a legna £1.000, salsiccia piccante £3.000, formaggio di pecora £3.000. Magari è la stessa pecora che stanno suonando da un’altra parte: "la pègra a la mateina la bèla e la sira la bala" (la pecora la mattina bela e la sera balla), come si dice dalle nostre parti.
Intanto faccio un salto da Enzo Miniscalco, costruttore di zampogne e ciaramelle fra i più innovativi: plastica e nuove soluzioni non sono fuggite con orrore. Scopro che Castelnuovo al Volturno (a soli 3 km. Da Scapoli!) è un po’ il covo degli innovatori e che c’è una sorta di rivalità fra lì e Scapoli e non tutti si vogliono bene fra loro. Si chiacchiera, si parla di problemi relativi agli strumenti e alla fine mi compero una bella e quasi unica ciaramella in Re (solitamente sono più acute, intorno al Sol): il "ciaramellone", come lo chiama Enzo.
Scappo giù in paese dove suonano I Musetta di Piacenza, uno dei miei gruppi preferiti. Finito il concerto, circa mezz’ora con i pezzi del loro ultimo cd, vado a trovarli nella sede del Circolo della Zampogna, si prende una bottiglia e via. Mi raccontano un po’ delle loro storie e sono gran risate: "Sai –mi dice Bani, il pifferaio- io e Attilio (fisarmonica) non abbiamo mai fatto una prova. Ma mai e poi mai, suonavamo tutte le sere in osteria dalle 9 alle 3, non ce n’era mica bisogno".
Alla fine della serata suona Paddy Keenan: sette generazioni di suonatori di Uilleann pipe alle spalle e lui che suona da quando aveva sei anni. Il virtuosismo spinto all’estremo.
Poi si suona fino a notte; quando vado alla tenda sono ormai le quattro.
La domenica è gran festa: si ritrovano tutti i suonatori dei dintorni. Arrivano anche gruppi da lontano, dalla Campania, dalla Basilicata. Si passa da un suono all’altro in una continuità sonora meravigliosa, con quelle zone di nessuno dove senti il suono di un gruppetto e insieme di un altro. Qui si forma un quartetto, là un ottetto, più giù un suonatore solitario, chissà com’è accordata la sua zampogna! Chiedo a due zampognari-one-man-band di suonare con loro, mi passano l’organetto e via per le strade di Scapoli. Siamo un trio eccezionale: ciaramella, organetto, zampogna, grancassa, piatti! Applausi!
Nel pomeriggio il solito scroscio d’acqua e poi, appena le gocce si diradano, di nuovo tutti in strada a suonare. Incontro Pino Salamone di Terranova del Pollino, grande suonatore e costruttore di zampogne. Non è che ci si saluti o che altro: si suona. Uno attacca e l’altro dietro, se funziona si tira diritto, altrimenti ciao. Con Pino va avanti un bel po’, fa in tempo a tornare il sole.
Verso sera il concerto in chiesa: zampogne e orchestra d’archi. Purtroppo, nell’eccitazione del momento, perdo l’orario e quando arrivo alla chiesa il concerto è finito. Mi rifarò la sera con l’eccezionale concerto della banda diretta da Riccardo Tesi. Dodici componenti, un mare di strumenti e colori, brani tradizionali e nuove composizioni, assoli funambolici e potenti insieme. Alla fine tutti in piedi per ringraziare questi musicisti che in tre giorni hanno preparato il concerto proprio a Scapoli in prima assoluta mondiale.
Quando arriva la notte la festa si spegne lentamente, chi rientra a casa, chi parte, chi resiste fino all’ultimo vibrare d’ancia.
Rientro alla tenda con una sola certezza: so già dove sarò l’ultimo fine settimana di luglio del 2002.



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